STORIA DEL MOVIMENTO ULTRAS IN ITALIA
… Per non dimenticare…
OGNI DOMENICA su questa pagina FB e sul sito/blog

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Venne pubblicata a puntate sulla fanzine "Stile Appiani" nel 2004, ora io la pubblico, sperando di fare cosa gradita, a puntate OGNI DOMENICA su questa pagina FB e sul sito/blog, www.magicfans.it

PRESENTAZIONE
Quando parliamo di "Ultras" in Italia, parliamo di qualcosa che, piaccia o meno è finito. Oggi, possiamo definire i ragazzi che frequentano le curve come "tifosi di curva", o "curvaioli"; comprendendo in questo insieme tifosi e casinisti, vecchio stile e "casuals". Chiunque a vario titolo frequenti la curva. Ma parlare di ultras ormai è anacronistico; e questo da molto prima di Raciti, da quando le curve ed i gruppi hanno cominciato ad autodistruggersi per lotte di potere interne, per politica, per interessi privati.

MOVIMENTO ULTRAS IN ITALIA –GIORNI NOSTRI

 

Nella stagione 2007-2008 si assiste alla morte dell’ultrà laziale Gabriele Sandri, ucciso a sangue freddo dal poliziotto Luigi Spaccarotella, intervenuto per sedare dei tafferugli in autogrill tra tifosi juventini e laziali.

Questo omicidio scatena una dura reazione da parte del movimento ultras, portando a duri incidenti, soprattutto nella capitale, e a sospensioni di molte partite.

Nella stessa stagione, avviene anche la morte dell’ultrà del Parma, Matteo Bagnaresi, investito mentre cercava di assaltare, in autogrill, un pullman che trasportava tifosi juventini.

Il 14 agosto 2009, con un’ emanazione del ministro dell’Interno Roberto Maroni al fine di identificare i tifosi di una squadra di calcio tramite l’emissione di una tessera di “fidelizzazione”, nasce la questione tessera del tifoso, che scuote il movimento ultras dalle fondamenta.

Con la tessera, il tifoso viene identificato ed assume un rapporto quasi commerciale con la propria società, dal momento che fornisce dati sensibili e personali; inoltre, solo con il possesso della tessera è possibile accedere al settore ospiti in trasferta ed ottenere l’abbonamento.

La maggior parte dei gruppi si schiera per il no e dalla stagione 2010-2011 di frequente si vedono i settori ospiti vuoti, o quasi. Tuttavia, alcune tifoserie non si schierano contro e aderiscono, alimentando divisioni e dibattiti che si protraggono fino ai giorni nostri.
La trasferta è un momento essenziale della vita di un ultras ed è viaggiando che si afferma la propria reputazione e prestigio. È però anche vero che non bisogna scendere a compromessi ed identificarsi arbitrariamente.

Questo dilemma ha accompagnato il movimento ultras fino ad oggi, soprattutto dopo che moltissime tifoserie, nonostante l’iniziale contrarietà, hanno deciso di aderire al sistema di fidelizzazione, ritornando finalmente in trasferta.

L’ultimo episodio di cronaca nera che ha sconvolto il movimento ultras italiano è stato lo scontro avvenuto a Roma in occasione della finale di coppa Italia Napoli-Fiorentina; scontro in cui ha trovato la morte il napoletano Ciro Esposito, ucciso a colpi di pistola dall’ex capo ultrà della Roma, Daniele De Santis.

Allo stadio Olimpico, davanti alle più alte cariche istituzionali e sportive, gli ultras napoletani riescono a fermare l’evento sportivo per sincerarsi delle condizioni dei tifosi feriti negli scontri del pomeriggio e quindi valutare se ci fossero le condizioni per continuare la partita.

Per le istituzioni è una grave umiliazione e la repressione nei confronti del movimento, richiesta dai media e dall’opinione pubblica, non si fa attendere. Le leggi repressive vengono ancora inasprite e moltissimi ragazzi pagano per quelle tragiche circostanze.

Lo stadio Olimpico di Roma è diventato il grande esperimento di questa follia repressiva. Sono state fissate delle barriere nelle curve, in modo da dividerle in settori distinti e facilmente controllabili e addirittura, spacciandola come una misura antiterrorismo, scanner biometrici.

Le curve romane iniziano, per protesta, a disertare tutte le partite in casa, trovando la solidarietà del movimento ultras e una grande attenzione mediatica. Al giorno d’oggi, nonostante leggi speciali, calcio spezzatino, divieti e repressione, gli ultras costituiscono ancora un tassello fondamentale nel mondo calcistico.

Ci sarà sempre un manipolo di ragazzi all’interno della curva del proprio stadio, pronto a sostenere i propri colori, nonostante le istituzioni e la società benpensante, che parlano tanto di diritti, giustizia e uguaglianza, trattino come terroristi e criminali, ragazzi che hanno l’unica colpa di amare con passione la propria squadra.

 

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PROSSIMA DOMENICA, PUNTATA FINALE: MOVIMENTO ULTRAS IN ITALIA –CURVA JUVE FANTASMA