STORIA del TRIVENETO BIANCONERO JUVE

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“ IL VALORE DELL’AMICIZIA, PILASTRO DEL GRUPPO “

L’amicizia e’stato il valore fondamentale di um manipolo di ragazzi 15enni, compagni di scuola e di calcio del Ricreatorio di Latisana (UD), nella bassa friulana, di cui ero il trascinatore e insieme decidemmo nei primi anni “80, di creare un gruppo di tifosi per seguire la Magica Juve negli stadi della zona: nacque cosi’ il TRIVENETO BIANCONERO.
All’epoca il look giovanile era influenzato della musica Rock e Punk, e molti vestivamo il look "Teddy Boys", con giubbetto in jeans o il “chiodo” personalizzati con borchie, spille e la toppa della banda preferita e leggendo la fanzine Rockerilla, mi venne l’ispirazione di adottare “la faccia urlante” come simbolo e inserito nella sciarpa e nello striscione neri con la scritta bianca TBN, diventando l’emblema identificativo di appartenenza al gruppo.

 

La convinzione giovanile supportata dalla grande amicizia ci diede il coraggio per compiere azioni da” teppistelli di provincia”, come entrare di notte nei depositi delle ferrovie per “portare via” le torce di segnalazione o entrare nella sala di musica locale, per “portare via” i tamburi che ci servivano per organizzare le coreografie allo stadio, e attraverso il tesseramento e la vendita delle sciarpe, con inserzioni sul Guerin Sportivo/Supertifo, raccogliavamo i soldi per partecipare alle partite e autofinanziarci le trasferte.
Gia’ alla prima uscita a Udine, che doveva essere la festa per il rientro di Paolo Rossi dopo il Calcio Scommesse, i Teddy Boys Udinese pensarono bene di rompere l’amicizia con i Fighters, e ce li trovammo ad aspettarci in stazione dei treni, per darci la benedizione e il benvenuto nel mondo ultras.

Fu’ uma grande lezione di scuola ultra’ che ci apri’ gli occhi e ci permise di superare a pieni voti la successiva trasferta a Cesena, quando nell’ antistadio prima della partita, alcuni ragazzi degli Weisschwarz Brigaden si avvicinarono per stringere amicizia; abbiamo guardato quelli della Fossa, Fighters, Indians ed e’ iniziato un polverone, con i Cesenati a gambe levate, e per mettere la ciliegina sulla torta , a 5 min dal termine, c’e’ stata l’invasione in campo fin sotto la curva cesenate, con Schachner defilatosi, reo di aver fatto una doppietta alla magica Juve,!!

Il calcio stellare dei Campioni della Juve di quegli anni “80, ci autorizzava a sognare la vittoria della Coppa Campioni, ma per partecipare alle trasferte di coppa con il Widzew lodz di Boniek o con l’ Aston Villa di Cowans al Comunale di Torino, dovevamo fare degli sforzi economici incredibili, per comprare i biglietti del tempio del tifo bianconero: LA CURVA FILADELFIA! Posizionati sopra il nostro striscione, l’ incitamento era continuo con canti e cori, accompagnati dall’ incessante ritmo dei tamburi, dalle sciarpate e torciate puzzolenti: si avverava il nostro sogno di ragazzi, diventare ultras!
La partecipazione alla finale di Coppa Campioni ad Atene del 1983, era fuori dalla nostra portata economica, e la delusione fu’ doppia, considerato il valore di una Juve galattica contro l’ Hamburgo di Magath, che ci fece piangere!

A Bassano del Grappa, dove mi ero trasferito a fine 1983, continuai a fare proseliti, attirando altri ragazzi nel TBN, conosciuti nello Juve Club 1949 e frequentando le curve, dove i ragazzi entrarono a contatto con altri ultras e assimilando cosi la Mentalita’ Ultra’: l’onore di difendere la propria bandiera, il rispetto per gli anziani e i tifosi avversari, che sono la base della passione per il tifo organizzato e il senso di appartenenza al gruppo.
Il 29 maggio 1985, ;Il muretto dello stadio Heysel di Bruxelles, che crolla prima della finale di Coppa Campioni sotto lo sferzare dei tifosi del Liverpool, fu’ un pugno allo stomaco, per tutti noi ragazzi 18enni del TBN, che dopo la tragedia, prestammo servizio di picchetto nella Chiesa di Bassano, alle salme di Ronchi e Spolaore, accompagnando il corteo funebre insieme allo Juve Club 1949 e il giocatore Favero, in rappresentanza della Juve, fino al cimitero, dove riposano 2 dei 39 angeli.

Segui’ un’ estate strana, anche perche’ molti di noi sarebbero partiti per il servizio militare, e nella riunione del settembre “85 voluta da Massimo, arrivato da poco da Bologna, decidemmo di voltare pagina, cambiando il nome del gruppo in AREA BIANCONERA, e mantenendo il simbolo della “faccia urlante”del TBN, che gridera’ FORZA MAGICA JUVE per altri 12 anni.

I ragazzi del TBN si strinsero nell’ ultimo commosso abbraccio a Luca (detto Michel), con la maglia della Juve e la sciarpa del gruppo, malato da tempo di Leucemia,e ricoverato all’ Ospedale di Bassano, a cui e’ stato donato il ricavato dell’ asta durante la pandemia Covid nell’ aprile del 2021, di una delle ultime sciarpe in circolazione del gruppo.

R.I.P. Luca